La capacità a ottenere e mantenere una erezione soddisfacente per l’attività sessuale è stata fin da sempre una funzione fisiologica, spontanea e naturale per l’uomo, tanto che quando per qualche causa viene a mancare lo pone in stato di allarme per il timore di non poterla più ripristinare, sia per la riproduzione che per la soddisfazione sessuale.
Già fin dall’antichità si usavano sostanze, riti e presidi per far fronte al problema e ancora oggi purtroppo non è raro vedere uomini con disfunzione erettile che finalmente si rivolgono al sessuologo dopo essere passati inutilmente da stregoni, cartomanti e maghi per la convinzione di essere oggetti di una stregoneria o “fattura”.
Le cause del disturbo erettile sono multifattoriali, tre terzi delle quali di natura organica e per un terzo circa di natura psicologica.
C’è comunque da osservare che spesso, se non sempre, questo disturbo è complicato dai risvolti psicologici che lo automantengono.
In ultima analisi l’erezione è provocata da un meccanismo idraulico, che permette un adeguato riempimento dei corpi cavernosi con sangue.
I sistemi e gli apparati che permettono a questo meccanismo idraulico di ben funzionare sono essenzialmente quello nervoso,endocrino e vascolare.
Il pene è formato da due corpi cavernosi, organi spugnosi vascolari, sotto cui è posto un corpo spongioso, sotto cui corre l’uretra.
Nella sua parte esterna misura dai 10,2 cm ai 15,2 cm.
Tali misure sono quelle fisiologiche e rientrano nell’area della normalità, rappresentando circa l’80%.
Per un altro 10% circa si possono osservare misure più piccole e altrettanto più grandi.
Due sono essenzialmente i falsi miti abbastanza diffusi che riguardano quest’organo, sia per errata che per inadeguata informazione.
Il primo riguarda la sua struttura, il secondo le misure, entrambi utili per una piena soddisfazione del partner.
Molti sono convinti della sua struttura muscolare che grazie ad un meccanismo di contrazione ne permette l’erezione.
All’interno dei corpi cavernosi esiste un vero sistema di lacune e trabecole che sotto la spinta della pressione del sangue, aumentano di volume ( da qui il termine di corpi cavernosi ), fino a raggiungere una tensione massima per effetto del minore “scarico” dalle vene, che vengono così costrette.
Questo aumento del volume può arrivare fino ad otto volte il normale !
Il sistema funziona in modo che dopo l’eiaculazione la tensione decresce per la minore pressione arteriosa, per cui il sangue può meglio defluire dalle vene, permettendo la detumescenza del pene.
Non è raro incontrare chi addirittura è convinto che all’interno dell’organo c’è una lamina di cartilagine che come un osso mantiene rigida l’erezione, non sapendo che questo si osserva nel mondo animale e solo nei trichechi, le balene, i gibboni e gli orango, i quali presentano un certo grado di ossificazione del corpo penieno.
Probabilmente questo falso mito deriva da informazioni circa gli interventi che venivano fatti dopo la seconda guerra mondiale, per inserire protesi di cartilagine in gravi casi di ricostruzione peniena, rivelatisi inutili per i pericolosi riassorbimenti dell’osso.
L’altro falso mito riguarda le misure ideali per dare massimo piacere alla partner con la penetrazione.
La vagina è profonda dall’ostio al fondo dove sporge il collo dell’utero non più di 12 cm.
La zona di massima erogenicità non si spinge oltre i 4 cm al suo interno, poiché è in questo ristretto spazio che risiede la maggior concentrazione di fibre nervose eccitatorie con gli organi principi erogeni e cioè la vulva con le piccole e grandi labbra, il clitoride e il punto “G”.
Paradossalmente basterebbe un pene lungo non più di 5 cm per stimolare adeguatamente queste zone e assicurare quindi il massimo piacere alla propria partner.