Se è l’ansia il sintomo che compare prima dell’eiaculazione precoce e che in ultima analisi scatena il disturbo, bisogna intervenire a monte del disagio psicologico che la provoca.
L’ambiente, l’occasione, la partner, le aspettative e le esigenze del rapporto, la personalità, lo stress, la disinformazione, sono i principali esempi su cui agire.
Per trattare questo disturbo è stato tentato di tutto e di più.
Alla fine di ogni colloquio con gli eiaculatori precoci si giunge sempre alla conclusione che ognuno di essi ha bisogno della sua terapia.
E non sarà mai monoterapia, ma la combinazione di più cure, da quelle comportamentali alle farmacologiche.
Troppo spesso l’eiaculatore precoce chiede aiuto per il disturbo che condiziona la sua vita sessuale, convinto che il problema è solo suo, soprattutto se ha una partner che lo spinge a risolverlo.
L’eiaculazione precoce si manifesta solo durante un rapporto sessuale, quindi appartiene alla coppia ed è su questa, quando c’è, che bisogna intervenire.
Certamente è più difficile avere risultati duraturi quando manca il partner disposto a collaborare nella prospettiva di migliorare il rapporto sessuale di entrambi.
Prima che la ricerca scientifica presentasse studi sull’uso di farmaci in grado di allungare i tempi di eiaculazione, le terapie accreditate e utilizzate erano soprattutto quelle psico-sessuali.
Tutte consistono in consigli comportamentali da tenere durante il rapporto sessuale, tese a far cogliere il momento della inevitabilità dell’eiaculazione, facendo fissare la propria attenzione sulle sensazioni piacevoli provocate dalla stimolazione della partner.
E’ come tornare sui banchi di scuola, ripartendo dalla prima classe, per conoscere a fondo il proprio corpo e le zone erogene interessate nel rapporto sessuale al fine di cogliere il piacere, liberandosi dell’ansia.
LA TECNICA DELLO STOP-START.
Lo scopo principale di questa tecnica è di alzare la soglia dell’ansia, facendo focalizzare l’attenzione sulle sensazioni piacevoli provate dalla stimolazione, accantonando quell’ansia mentalmente.
Per questo si invita l’uomo ad assumere una posizione comoda, che lo vede sdraiato sulla schiena, raccomandandogli di non fare assolutamente nulla, se non concentrarsi sulle sensazioni piacevoli che prova mentre è stimolato dalla partner.
Il primo scopo, dovuto a questa posizione, è quello di eliminare ogni responsabilità nella gestione del rapporto sessuale.
La prima fase di questa tecnica prevede di evitare il contatto dei genitali tra i partners, anche per eliminare l’assillo della vagina al tentativo di penetrazione, che scatenerebbe l’ansia e inficerebbe il controllo del riflesso eiaculatorio.
La stimolazione erogena della partner può essere fatta con qualunque altra manovra per provocare l’erezione.
Continuando la stimolazione, l’eccitazione erogena aumenta, giungendo quindi a quella fase di plateau, oltre la quale si ha l’eiaculazione.
Giunto perciò all’ eccitazione massima e prima di eiaculare, il partner invita la donna a fermarsi.
Ciò provoca un rallentamento della tensione sessuale e una lieve perdita dell’erezione.
A questo punto può ripartire la stimolazione fino a giungere di nuovo alla tensione sessuale massima e fermarsi.
Questo stop-start, fermo-inizio, è bene farlo per una serie di tre o quattro volte nella stessa seduta, dopo di che si può eiaculare, evitando sempre la penetrazione.
Giungere alla tensione massima del piacere sessuale per fermarsi e poi ripartire per tre o quattro volte permette all’eiaculatore precoce di cogliere mentalmente il momento dell’inevitabilità dell’eiaculazione, fondamentale per una necessaria desensibilizzazione.
Il periodo di questa prima fase varia secondo la frequenza dei rapporti sessuali, che ovviamente devono aversi in ambienti sereni, lontano da ogni tipo di disturbo e sempre con la stessa partner.
La media di due o tre rapporti settimanali è auspicabile per far durare questa fase dai sette ai dieci giorni.
La seconda fase, sempre con la stessa frequenza dei rapporti, prevede lo solito meccanismo con la variante del coinvolgimento degli organi genitali.
L’avvicinamento progressivo dei genitali sarà utilissimo per eliminare l’ansia della penetrazione.
E’ una rieducazione sessuale del cervello che deve reimparare l’intensità e l’importanza delle sensazioni piacevoli provate durante la stimolazione.
La terza fase, sempre di sette o dieci giorni e con la solita frequenza dei rapporti sessuali, prevede infine la stimolazione con la penetrazione.
Anche in questa fase perciò va messo in atto lo stop-start, estraendo il pene dalla vagina per evitare le eiaculazioni, se non dopo tre o quattro volte.
Nella messa in pratica di questa tecnica si comprende quanto è importante la disponibilità della partner, che dovrà essere comprensiva e attenta alle esigenze del suo partner, ma soprattutto convinta che con questo atteggiamento risolve il problema del rapporto di entrambi.
LA TECNICA DELLO SQUEEZE
Lo squeeze è la pressione con le dita, pollice, indice e medio, sul frenulo e sulla base del glande, operata dalla partner.
Serve ad impedire l’eiaculazione dopo una stimolazione del pene al fine di portarlo in erezione.
E’ messo in atto nel momento della tensione sessuale massima come variante della tecnica dello stop-start, seguendone analogamente le tre fasi.
Ancora una volta è chiesto alla donna di farsi carico del problema dell’eiaculazione precoce del suo partner, visto che per mettere in pratica queste tecniche ella non ha nessuna soddisfazione sessuale, che potrà ottenere in seguito con altre manovre a discrezione della coppia.
Altri tentativi di cure sono stati proposti per migliorare questo disturbo, come la biblio-terapia, terapie di gruppo, la riabilitazione del pavimento pelvico, l’anestesia del glande, l’intervento di allungamento del frenulo, ma tutti con scarsa efficacia.
FARMACOTERAPIA dell’ EIACULAZIONE PRECOCE
L’utilizzo di alcuni farmaci in grado di aumentare la latenza eiaculatoria è iniziato fin da questi erano usati per curare la depressione.
Uno dei più noti e ormai antico antidepressivo è la clomipramina, che però può presentare effetti collaterali come l’impotenza, per la sua azione anticolinergica, stipsi, ipersudorazione, sbadigli.
E’ stato comunque il più usato per i soddisfacenti risultati nell’aumentare la latenza eiaculatoria in più del 90% degli uomini trattati.
La cloromicetina può essere giudicato quasi come un sintomatico dal momento che la sua azione sull’eiaculazione è quasi immediata.
Più recentemente sono utilizzati nuovi antidepressivi come la fluvaxamina, la fluoxetina, la sertralina e la paroxetina, che però necessitano di tempi più lunghi di utilizzo, con terapie anche di sei mesi, presentando effetti collaterali minori.
Una delle comodità d’uso di questi farmaci è la possibilità di somministrazione a uomini senza partner fisso.
Oggi è allo studio un nuovo farmaco antidepressivo, la dapoxetina, studiato appositamente per l’eiaculazione precoce.
Ricercatori dell’Università del Minnesota negli U.S.A. hanno pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet un lavoro con cui hanno testato l’efficacia della dapoxetina.
Lo studio ha interessato 2600 uomini, dei quali 870 hanno assunto placebo, 874 una dose di 30 mg di dapoxetina e 870 una dose di 60 mg.
I tempi di eiaculazione passavano da un minuto e 75 secondi degli uomini che avevano assunto placebo ai tre minuti e 32 secondi di quelli che avevano assunto dapoxetina alla dose di 60 mg.
Gli effetti collaterali, quali nausea, diarrea, mal di testa e vertigini sono stati lievi e comunque transitori.
Sembra la strada giusta per una cura dell’eiaculazione precoce da poter seguire al bisogno.
I risultati di questo studio presto ci diranno se questo dramma del rapporto di coppia si potrà mutare in una commedia a lieto fine.