In assenza di malattie non dovrebbe esistere la disfunzione orgasmica; eppure più di dieci donne su cento non raggiungono mai l’orgasmo.
Di queste circa la metà sono tipicamente frigide, non reagendo a nessuna stimolazione sessuale.
La complessità delle variabili che interviene nell’avviare o bloccare la risposta agli stimoli erogeni nella donna spiega come i diversi fattori, culturali, sia educativi che informativi, religiosi, sociali, costituzionali, affettivi, siano determinanti.
Le indagini fatte sui modi per ottenere l’orgasmo o sulle cause che ne inibiscono l’insorgenza nelle donne sono tantissime.
Una particolare, fatta negli Stati Uniti, riguardava il tipo di stimolazione necessaria alle donne di razza bianca, nere e di origine messicana.
Le prime per ottenerlo facilmente preferirebbero stimolazioni del clitoride, le seconde quelle vaginali, le ultime invece eviterebbero stimolazioni in grado di far raggiungere l’orgasmo, perché giudicato contro la morale, facendole sentire alla stregua di prostitute ( Goodlin, 1971 ).
E’ evidente che l’inizio della cascata delle reazioni sessuali parte dal cervello.
Se c’è un “ cuneo “ che si inserisce sotto l’acceleratore della progressione degli stimoli, il processo si interrompe a discapito del risultato finale.
Qualunque sia la causa, questo “ cuneo “, il sintomo rivelatore immediato si manifesta con l’ansia, il grande nemico della risposta sessuale!
Anche quando la causa di inibizione è fisica, come può essere la gravidanza, il parto, la menopausa, un handicap, malattie ginecologiche, parallelamente in sorge un disagio psicologico che va a complicare un quadro già di per se grave, aggiungendo quell’ansia, generata dalla paura.
E’ la paura del dolore, del danno fisico, del rifiuto e dell’abbandono, della punizione, che impedisce di esprimersi e di lasciarsi andare.
Ma è anche la paura dell’ignoranza e della disinformazione, spesso causa di fraintesi col partner, è la paura di godere per evitare delusioni, di non riuscire con angoscia dopo prestazioni deludenti, di non essere in grado di soddisfare quel partner che si aspetta molto.
E non si dimentichi l’ansia che nasce da conflitti nella coppia e dalla mancanza di comunicazione.
Una delle grandi differenze nella fisiologia sessuale tra i due sessi è data dalla risposta sessuale, che nella donna è fortemente condizionata dalla qualità sentimentale del rapporto, dalla capacità e fantasia erotica del partner.
Nilde, una bellissima ragazza di 21 anni, figlia unica di genitori iperprotettivi, di elevato ceto sociale, futura biologa, educazione rigida ma con carattere aperto ed estroverso, tre esperienze sentimentali alle spalle con coetanei, era avvilita perchè “scaricata” dai fidanzati.
Il primo l’aveva lasciata per il suo rifiuto ai rapporti sessuali completi, gli altri due perché non riusciva a raggiungere mai l’orgasmo.
A suo giudizio non si sentiva “completa”, anche perché neppure l’automasturbazione l’aiutava.
Le sue amiche a questa confidenza le rispondevano sempre con commiserazione e perplessità tanto da ritenerla anormale, invitandola a consultare un medico.
Iniziò confessandomi con preoccupazione che non aveva mai l’orgasmo come le sue amiche.
La ricerca esasperata dell’orgasmo stava condizionando la sua vita di relazione e aveva fretta di risolvere il problema.
Era sempre riuscita ad ottenere soddisfazione dal rapporto sessuale, ma da quando le amiche le avevano detto che perdeva il massimo del piacere sessuale si sentiva come “castrata” e inaccettata.
Era giunta direttamente all’arrivo del percorso, saltando la partenza.
Quando le spiegai che per ottenere l’orgasmo doveva prima “dare” piacere, liberandosi dell’auto-osservazione esasperata delle sue reazioni sessuali durante il rapporto, mi manifestò la sua delusione nell’affrontare il suo problema da parte mia, mettendo fine a quel colloquio.
Dopo alcuni anni rividi Nilde inaspettatamente nel mio ambulatorio.
Aveva ormai 27 anni e in quel momento era al sesto mese di gravidanza.
Mi ringraziò << per aver messo il dito nella piaga della sua presunzione>>.
Con queste parole mi spiegò che un anno dopo il nostro incontro conobbe un ragazzo trentenne, di cui si era veramente innamorata ed era da lui felicemente ricambiata.
Il desiderio di farlo felice, spinto da quell’affetto intenso, come per incanto l’aveva sbloccata.
L’intimità, gli spontanei preliminari nei rapporti, la ricerca continua di carezze per andare incontro alle esigenze sessuali reciproche, dopo pochi mesi all’improvviso le regalarono quell’orgasmo che le aveva cambiato la vita.
Ora era solo preoccupata che l’orgasmo potesse danneggiare la sua gravidanza a tre mesi dal termine.
Le spiegai che se la sua gravidanza era fisiologica e non a rischio non doveva preoccuparsi di brutte conseguenze fino a quando avesse continuato a desiderare i rapporti sessuali.